lunedì 21 giugno 2010

Il nucleare italiano ad un passo dalla fine: la Corte Costituzionale boccia la legge sull'energia

dal blog di Alessandro Tauro, http://alessandrotauro.blogspot.com/2010/06/il-nucleare-italiano-ad-un-passo-dalla.html

Era stato il fiore all'occhiello del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dell'ex ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola. Il percorso intrapreso non sembrava ammettere sbandate, deviazioni o rallentamenti: il ritorno dell'energia nucleare in Italia era un obiettivo primario ed imprescindibile dell'agenda di governo, anche a fronte della scarsissima popolarità (e dei numerosi timori) che questa "tecnica energetica" riscuote ancora oggi in Italia.

Tre giorni fa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza numero 215 del 9 giugno 2010, con la quale la Corte Costituzionale ha decretato un vero e proprio stop alla corsa all'atomo del governo italiano.

La legge incriminata è la numero 102, del 3 agosto 2009, conversione del decreto-legge numero 78.

Con essa, all'articolo 4, il governo apriva alle procedure d'urgenza per la costruzione di nuove infrastrutture per la produzione di energia elettrica, da leggersi più comunemente come "nuove centrali nucleari".
Il governo aveva piena potestà esclusiva in materia di trasmissione e distribuzione e competenza congiunta con le regioni per quanto concerne la produzione e, quindi, la collocazione dei nuovi impianti.

Le nuove centrali rientravano in un piano di urgenza "in riferimento allo sviluppo socio-economico" (non a caso la legge in questione è il famoso "pacchetto anti-crisi") e si stabiliva la loro edificazione per mezzo di capitali "prevalentemente o interamente privati".
Ai fini di attuazione, il governo istituiva la figura di uno o più Commissari straordinari del governo, con poteri esclusivi e totali in tema di nuovi impianti energetici, al punto tale da poter scavalcare tutti gli enti coinvolti (a partire dai comuni e dalle regioni) per la scelta delle nuove sedi nucleari nazionali.

Sono stati proprio il mix tra "ragione d'urgenza" ed "utilizzo di capitali privati" e la privazione dei poteri decisionali delle regioni in materia ad aver condotto la Corte Costituzionale a cassare l'intero articolo, nei commi che vanno dall'1 al 4.

Secondo quanto stabilito dalla suprema corte di giustizia italiana, "trattandosi di iniziative di rilievo strategico, ogni motivo d’urgenza dovrebbe comportare l’assunzione diretta, da parte dello Stato. Invece la disposizione impugnata stabilisce che gli interventi da essa previsti debbano essere realizzati con capitale interamente o prevalentemente privato, che per sua natura è aleatorio, sia quanto all’an che al quantum".

Inoltre, per quanto concerne la depotenziazione delle regioni in materia, la Corte Costituzionale afferma che "se le presunte ragioni dell’urgenza non sono tali da rendere certo che sia lo stesso Stato, per esigenze di esercizio unitario, a doversi occupare dell’esecuzione immediata delle opere, non c’è motivo di sottrarre alle Regioni la competenza nella realizzazione degli interventi".

E conclude deliberando che "i canoni di pertinenza e proporzionalità richiesti dalla giurisprudenza costituzionale al fine di riconoscere la legittimità di previsioni legislative che attraggano in capo allo Stato funzioni di competenza delle Regioni non sono stati, quindi, rispettati".

Quanto stabilito dalla Consulta, ancora una volta nel silenzio quasi tombale della stampa nazionale, apre ad una vera e propria svolta in termini energetici e ostruisce, di fatto e sin da adesso, un percorso accelerato verso la creazione di nuove centrali nucleari.

Le procedure d'urgenza, che consentirebbero nell'ordine di 10-15 anni, di avere energia nucleare operativa in Italia, confliggono con la necessità imprescindibile del governo di attribuire i costi di produzione degli impianti ai singoli privati. E l'automatico decadimento delle ragioni d'urgenza, ipso facto, determinano il ripristino automatico della facoltà degli enti locali, ed in particolar modo delle regioni, di appoggiare o rigettare integralmente le scelte operative e territoriali dell'esecutivo nazionale.

Per un governo ancora privo di ministri deputati alla gestione delle questioni energetiche (dalle dimissioni di Claudio Scajola l'interim delle Attività Produttive è ancora nelle mani del premier Berlusconi), non si prospettano tempi facili.
Il nucleare italiano è ad un passo dalla morte prima ancora della sua nascita. La battaglia dei governatori Vendola, Errani e Lorenzetti contro il nucleare italiano sembra aver portato ad una prima, gigantesca e, forse per gli stessi ricorrenti, insperata vittoria.

venerdì 12 marzo 2010

Gli impianti di produzione di energia rinnovabile li farà la Regione

                
Dal sito ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna:
Parchi eolici - presidente Cappellacci, li farà Regione e divieto assoluto impianti off-shore
  
>> Guarda il video della conferenza stampa del 12/03/2010

Eolico, off-shore addio, nasce l'agenzia regionale

Tratto da http://unionesarda.ilsole24ore.com del 12/3/2010

Tre delibere della Giunta bloccano le autorizzazioni per i nuovi parchi eolici. Con un disegno di legge istituta l'Agenzia Sardegna energia che gestirà e realizzerà per conto della Regione i nuovi impianti di eco-energia.

Blocco di tutte le autorizzazioni per realizzare parchi eolici in Sardegna, fatti salvi i diritti acquisiti di chi ha già espletato tutte le procedure. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha approvato tre delibere che vincolano gli impianti eolici all'autoproduzione ed alla realizzazione in proprio dei parchi di energia rinnovabile. In una conferenza stampa di tutta la Giunta il presidente della Regione Ugo Cappellacci, ha spiegato che con un apposito disegno di legge viene istituta l'Agenzia Sardegna energia, a partecipazione pubblica, che gestirà e realizzerà per conto della Regione i nuovi impianti di energia eolica, termica, fotovoltaica e da biomasse. Limiti anche per gli impianti integrati nelle aziende agricole che potranno installare pannelli fotovoltaici solo integrando il reddito delle campagne e salvaguardando la luminosità delle serre. Riguardo ai progetti off-shore la Giunta esprimerà, tramite l'ufficio legale, parere negativo per tutti gli impianti lungo le coste sarde.

CAPPELLACCI, 'FACCIAMO DA SOLI'. "Ringrazio tutti quegli imprenditori che volevano investire in Sardegna sull'eolico, ma pensiamo di fare da soli". Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha sintetizzato i provvedimenti approvati oggi in Giunta che riguardano le autorizzazioni per la produzione di energia rinnovabile dal vento sul territorio isolano e offshore. "Gestire gli interventi in proprio è l'unica strada per sganciarci dall'assalto dei cosiddetti signori del vento e far si che le risorse ed i benefici restino nelle tasche dei sardi e dei territori dell'Isola - ha spiegato - tutti i progetti potranno essere realizzati nelle aree industriali e retroindustriali, rispettando l'ambiente, il paesaggio e le ricchezze della Sardegna". No secco anche agli impianti antistanti le coste sarde. "Da subito diamo mandato agli uffici legali per attuare tutte le azioni utili per opporsi a qualunque tipo di realizzazione di parchi eolici offshore, notificando nel contempo alle capitanerie di Porto una diffida che contiene il dissenso radicale della Regione". Riguardo poi al progetto della Trevi Energia Spa davanti al Golfo degli Angeli, il presidente ha svelato alcuni dettagli di un colloquio telefonico con il titolare dell'impresa: "Gli ho spiegato che la condizione per incontrarmi è che si parli di un atto di rinuncia al progetto". "D'altra parte - ha sottolineato l'assessore regionale dell'Urbanistica, Gabriele Asunis - l'impianto insisterebbe in un banco di posidonia tutelata da specifiche normative comunitarie e non è in linea con quanto prescritto dal Piano Casa e dal Piano paesaggistico regionale".

giovedì 11 marzo 2010

Preoccupante risposta dell'assessore Angioni sul campo eolico a Is Arenas

In Consiglio Regionale l'assessore Angioni risponde alla mozione del consigliere Chicco Porcu.
L'intervento rivela la volontà dell'assessore di sminuire i problemi della grave ondata di speculazione energetica che sta investendo la Sardegna. Il Consiglio chiede chiaramente che i lavori siano affidati alla Commissione, data la portata del fenomeno e la conseguente necessità di dotarsi di una disciplina risolutiva.
Durante la sua argomentazione, l'assessore Angioni considera l'impianto eolico in progetto a Is Arenas come un'opera alla cui realizzazione non sia possile opporsi.

>> Guarda il video della risposta dell'assessore Angioni in Consiglio e le repliche

>> Guarda il video completo dell'intera seduta

Eolico selvaggio off-shore: non esiste altra strada rispetto al conflitto istituzionale con lo Stato

Dal sito internet "www.chiccoporcu.it", 6 marzo 2010.

E’importante che attorno alle autorizzazione per la realizzazione di impianti eolici off shore nel Golfo di Cagliari vi sia stata una mobilitazione bipartisan di tutte le forze politiche e unitarie di tutte le amministrazioni comunali interessate. Qualche mese fa la stessa cosa successe per analogo impianto eolico che si voleva fare nel Golfo di Oristano, a 800 metri dalla costa, in un tratto di mare su cui si affaccia uno degli angoli piu' suggestivi della Sardegna, l'arco di S'Archittu.
Domani la stessa cosa può succedere in qualsiasi parte della Sardegna: in uno dei tratti più suggestivi nel Golfo di Orosei, come in quello di Olbia o dell’Asinara. Non si tratta di essere contro o meno l’eolico in mare( personalmente non siamo del tutto contrari ad affrontare l’argomento) si tratta in primo di rivendicare un potere di decidere dei sardi su che cosa fare nel mare di Sardegna.
Il fatto è che ad oggi da un punto di vista giuridico la Sardegna si trova quasi del scoperta, priva di un potere decisorio vero sulla materia e come tale riconosciuto dalla Stato. Per assurdo, se qualcuno decidesse di circondare tutto il mare di Sardegna di pale eoliche a poche centinaia di metri dalle coste o a qualche Km dalla battigia secondo un interpretazione della legislazione vigente in materia potrebbe pure farlo, con una semplice autorizzazione ministeriale.
Le procedure di autorizzazione per la realizzazione di impianti eolici off shore sono disciplinate dall’art 12 del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n.387 “Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità”e successive modifiche. Al comma 3 dell’art 12. in materia di ”Razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative” si dispone quanto segue : Per gli impianti offshore l’autorizzazione è rilasciata dal Ministero dei trasporti, sentiti il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con le modalità di cui al comma 4 e previa concessione d’uso del demanio marittimo da parte della competente autorità marittima l'autorizzazione ....e' rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le Amministrazioni interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le modalita' stabilite dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni e integrazioni. Il rilascio dell'autorizzazione costituisce titolo a costruire ed esercire l'impianto in conformita' al progetto approvato….. Il termine massimo per la conclusione del procedimento di cui al presente comma non puo' comunque essere superiore a centottanta giorni.
Nel 2007 con la legge Finanziaria del Governo Prodi ('art. 2, c. 158 della L.24 Dicembre 2007, n. 244, recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)", pubblicata nella GU n. 300 del 28-12-2007 - Suppl. Ordinario n.285 ) fu introdotta la seguente disposizione : “In caso di dissenso, purché non sia quello espresso da una amministrazione statale preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, o del patrimonio storico-artistico, la decisione, ove non diversamente e specificamente disciplinato dalle regioni, è rimessa alla Giunta regionale ovvero alle Giunte delle province autonome di Trento e di Bolzano” Successivamente il Governo Berlusconi soppresse tale disposizione che riconosceva un potere di intervento alla regione con 'art. 27 ,comma 44, della L. n. 99/2009, “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia"pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 176 del 31 luglio 2009 - Supplemento ordinario n. 136”.
Dunque, ad oggi, la situazione è questa : l'art. 27, comma 44, della legge 99/2009, riscrivendo il comma 4 dell'art. 12 del D.Lgs. 387/2003, fa venir meno, in caso di dissenso nel rilascio delle autorizzazioni, la competenza della Regione a decidere sul rilascio delle autorizzazioni.
Ad oggi , quindi, sulle procedure di autorizzazione il solo titolato a decidere è il Ministero dei trasporti, sentiti il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, previa concessione d’uso del demanio marittimo da parte della competente autorità marittima. In definitiva quindi la Regione Sardegna non ha strumenti giuridici a disposizione per impedire il rilascio di autorizzazione da parte del Ministero dei Trasporti. E’ perciò in astratto possibile circondare il perimetro delle coste del mare della Sardegna di torri con pali eoliche senza che la Sardegna al di là della strumenti della pressione politica possa giuridicamente fare qualche cosa.
Tuttavia, la riscrittura della legge del 2003 operata dal Governo Berlusconi potrebbe presentare profili di incostituzionalità poiché fa venir meno la competenza a decidere, in caso di parere contrario all’insediamento , della Regione. Questo si può dire se si segue la logica e la motivazione della sentenza di una sentenza della Corte Costituzionale la n. 88/2009 della Corte Costituzionale, sentenza intervenuta a seguito della richiesta sollevata dalla Regione Toscana che riteneva la normativa del 2003 lesiva delle competenze regionali. La Corte infatti respinse il ricorso proprio in virtù del fatto che la normativa del 2003 aveva subito una modifica che riconosceva prerorogative alle regioni che prima non erano riconosciute.
Tuttavia tale effetto di incostituzionalità non è automatico, ma richiede una previa declaratoria di incostituzionalità da parte della Corte, a seguito di rimessione della questione da parte di una Regione (in via diretta, oggi non dovrebbe essere più possibile perché scaduto il termine dei 60 giorni per l'impugnazione della legge da parte della Regione) o del giudice (in via incidentale). Al momento attuale in caso di autorizzazione concessa dal Ministero ne i comuni ne la Regione Sardegna potrebbero fare niente, neanche ricorso al TAR. Infatti, il ricorso al TAR contro l'autorizzazione all'insediamento di impianti eolici off-shore rilasciata dal Governo - a seguito del quale ricorso il TAR potrebbe investire della questione della costituzionalità della norma la Corte Costituzionale - potrà essere fatto solamente da un soggetto (per esempio, un impresa che ha fatto analoga richiesta per l’utilizzo di quello specchio di mare) controinteressato al rilascio dell'autorizzazione all'insediamento. Ecco perché la Regione Sardegna, se oggi vuol far valere in maniera chiara e senza affidarsi a ricorsi altrui le proprie prerogative ed i propri diritti non ha altra strada che rivendicare direttamente le proprie prerogative con una norma di attuazione dello Statuto regionale. Un'altra strada è quella che ha detto di voler perseguire il Presidente della Regione Cappellacci facendo leva sulle integrazioni al Piano Paesaggistico regionale approvate con la legge il Consiglio regionale della Sardegna ha recentemente approvato la legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4. All'articolo 13 si della legge si dichiara: il mare territoriale, per la sua stretta interrelazione con le aree tutelate ai sensi degli articoli 142 e 143 del decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive modifiche ed integrazioni, di primario interesse paesaggistico. Rimane il fatto che la Regione avrebbe dovuto impugnare nei termini la legge dello Stato e, purtroppo, ha omesso di farlo.
Stabilisce poi che “la Regione considera meritevoli di tutela, e ne fa oggetto di integrale conservazione, le praterie di posidonia, secondo anche quanto previsto dalla direttiva comunitaria n. 92/43/CEE del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, e ne costituiscono "habitat prioritario" vietando qualunque intervento che possa comprometterne l'integrità ovvero lo stato di equilibrio ottimale dell'habitat naturale.
In teoria quindi, stante il fatto che il Governo non ha eccepito l’incostituzionalità di tale disposizioni, la Regione Sardegna a fronte di autorizzazione date senza il parere della regione e dei comuni interessati potrebbe sollevare conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale. Anche questa è una strada, anche se in questo caso la Regione dovrebbe intervenire a fronte di un autorizzazione già concessa, la soluzione migliore rimane a nostro giudizio è quella di percorrerle tutti e due. Lo schermo e la protezione della Legge Regionale potrebbe anche non bastare. Quello che non si può fare la Regione Sardegna è affidarsi ai buoni uffici dell'attuale maggioranza di Governo della Regione con il Governo centrale. La vicenda G8 , la Sassari Olbia, il blocco dei Fondi Fas, il problema della continuità territoriale consiglerebbero qualche diffidenza anche da parte dell'attuale esecutivo regionale.

Giulio Calvisi e Chicco Porcu

mercoledì 10 marzo 2010

Sostenergy «Morta la nostra idea, colpa di Is Arenas»

dall'unione sarda del 10 marzo 2010

Mercoledì 10 marzo 2010
F ernando Codonesu, mente e braccio di Sostenergy (società nata a Cagliari ma con sede anche a Los Angeles) lo conferma con rammarico: «Non siamo più interessati al progetto di un parco eolico off-shore nel Golfo degli Angeli». Motivo? «Un'insieme di circostanze: su tutte la sollevazione popolare a seguito di una certa campagna di stampa».
Sollevazione che il manager, co-fondatore di Energit, giustifica solo «con la sciagurata proposizione di un piano devastante che qualcuno voleva realizzare a Is Arenas, in una zona a fortissima vocazione turistica e a un passo dalla spiaggia».
Ma perché nel Golfo degli Angeli sarebbe stato diverso?
«Il nostro non era un progetto presentato su carta. I circa 100 aero-generatori che pensavamo di poter installare in due distinti specchi acquei erano legati all'ammortamento dei costi per l'installazione e il funzionamento. Ma prima sarebbe stato necessario installare, per almeno due anni, una torre anemometrica che ci consentisse di monitorare la potenza del vento».
E invece?
«La Capitaneria ci ha detto no. E lì la nostra idea è morta, sul nascere. Ma il nostro approccio era diverso da quello delle società che sono arrivate dalla Penisola: noi pensavamo di coinvolgere Regione e Comuni. Ma non ce ne è stato dato il tempo».
Ma non la spaventa l'impatto di quelle torri altissime?
«Il sole e il vento sono di tutti, come di tutti dev'essere la coscienza che l'energia del futuro è legata alle risorse rinnovabili. In Sardegna va introdotta questa cultura, perché altrimenti si rischia di aprire la strada al nucleare. L'attuale sistema di produzione, con petrolio e carbone, sta devastando l'ambiente. Ogni anni milioni di tonnellate di CO2 vengono immesse in atmosfera».

Sostenergy si occupa di progettazione e realizzazione, gestione e manutenzione di impianti di produzione di energia generata da fonti rinnovabili di piccola e media scala per conto di committenti esterni, oltre che di ricerca e sviluppo nelle tecnologie delle energie rinnovabili, dei servizi connessi e del risparmio energetico. In genere lavora per conto terzi, fornendo consulenze nel settore delle fonti rinnovabili, del risparmio energetico, della distribuzione dei materiali per la realizzazione di impianti e di servizi di ingegneria bioclimatica e anche di integrazione architettonica delle energie rinnovabili. Cuore e sistema di progettazione in Sardegna, clienti in tutto il mondo.

Insisto, le torri in mare non sono impattanti?
«Dal punto di vista ambientale no, perché non generano emissioni nell'aria. Certo, andrebbe valutata la rumorosità. E un altro paio di maniche è la valutazione paesistica e visiva».
Ci ha messo una pietra sopra?
«Per ora sì. Ma ora chi ha avviato questa campagna si concentri sulla vera vergogna, che è quella dell'esproprio alle Regioni della competenza sulle autorizzazioni. Il nostro futuro lo dobbiamo decidere noi». ( a. mur. )

giovedì 4 marzo 2010

Parchi eolici off-shore: al via la mobilitazione


L'UNIONE SARDA GIOVEDI 4 MARZO 2010

Per evitare che il Golfo degli Angeli sia invaso da pale eoliche alte fino a 120 metri fuori dal livello del mare sarà necessaria una mobilitazione dell'intera isola, sull'esempio di quanto già avvenuto lo scorso anno nel Sinis.

Questo perché lo Stato sembra deciso, nonostante le rassicurazioni del ministro Matteoli, a far valere la sua esclusiva competenza in materia di tutela dell'ambiente e «sulle materie concorrenti alla produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia e del governo del territorio». In soldoni, le Regioni non sono titolate a rilasciare (o, meglio, a negare) la valutazione d'impatto ambientale, visto che l'esecutivo ha avocato a sé la competenza.

IL RICORSO La prova è contenuta nel ricorso alla Corte Costituzionale (per conflitto di attribuzione) depositato il 24 novembre 2008 (e ancora pendente) dall'avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo su mandato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Controparte è l'assessorato all'Ecologia della Regione Puglia, che aveva bloccato tre progetti per parchi off-shore proposti dalla Trevi Energy di Cesena. Guarda caso la stessa società per la quale in questi giorni si è registrata un'accelerazione nell'iter autorizzativo a proposito di un parco eolico marino da realizzare tra capo Zavorra e Sarroch.

CAPO ZAVORRA La società romagnola vuole installare, a otto chilometri dalla costa, 33 turbine capaci di produrre complessivamente 99 megawatt di potenza, alte 90 metri oltre il livello del mare. Una soluzione che, se combinata agli altri quattro progetti (presentati da altre tre aziende) sullo stesso tratto di litorale, porterebbe alla nascita di una muraglia eolica lunga sedici chilometri, con 290 aero-generatori che produrrebbero un evidente impatto ambientale, visto che sarebbero ben visibili anche dalla costa di Cagliari.

LE CARATTERISTICHE I progetti pugliesi (due in provincia di Foggia e uno in quella di Brindisi) sono del tutto simili alla proposta presentata in Sardegna: stesso modello di pale eoliche (il V90, della potenza di 3 megawatt ciascuna), realizzate dalla società Vestas, con un'emissione acustica nominale dichiarata (alla velocità di riferimento di 8 metri al secondo) di 109,4 decibel. Numeri importanti, che la Regione Puglia avrebbe voluto approfondire in una conferenza dei servizi su base locale.

LA SITUAZIONE A oggi in Italia e in tutto il mar Mediterraneo non esistono impianti eolici off-shore in funzione. Nella Penisola sono in fase avanzata di autorizzazione sei impianti, di cui uno sperimentale in acque profonde in Sicilia.

LA VIA D'USCITA La offre il deputato Mauro Pili: «Le norme di attuazione dello Statuto speciale garantiscono specifiche competenze esercitate attraverso il provvedimento da impugnare - fa notare - la Regione può, nell'esercizio della potestà legislativa primaria in materia di edilizia e urbanistica, intervenire in relazione ai profili di tutela paesistico-ambientale, sollevando un conflitto di attribuzione per la revoca del procedimento avviato dallo Stato». ( a. mur. )


giovedì 24 dicembre 2009

Ieri mattina i rappresentanti della Janna negli uffici della Capitaneria

Cuglieri. «Pale eoliche lontane dalla costa». Le assicurazioni della società che ha chiesto la concessione
L'ingegner Giuseppe Idda: «Non ci sarà alcun impatto ambientale. Le pale a trenta chilomentri saranno praticamente invisibili».
Tratto da L'Unione Sarda, 24 dicembre 2009, articolo di Patrizia Mocci.

Ieri il primo passo con la consegna della documentazione negli uffici della Capitaneria di porto. Avviato l'iter per ottenere la concessione delle aree demaniali e di una lingua di terra, a pochi passi dal chiosco della spiaggia di Is Arenas, dove sbucherà il cavo sottomarino. Il progetto per un parco eolico a trenta chilometri dalla costa è pronto. L'idea era nata qualche tempo fa proprio mentre, in Consiglio comunale di Cuglieri, si decideva di contrastare l'altro progetto: «Se il problema sono le pale visibili dalla costa, basta sistemarle a debita distanza» aveva pensato Giuseppe Idda, ingegnere e consigliere comunale di Cuglieri impegnato nella lotta al parco eolico che ha sollevato tante perplessità. E che ha visto una sollevazione popolare, il progetto proposto dalla società Janna (formato dal gruppo Bentu 'e soi e dagli altri soci Giovanni Luigi Pala, Marco Murru e Giuseppe Idda) non dovrebbe produrre impatto ambientale. Quanto meno stando alle parole dei progettisti, convinti che a quella distanza le pale eoliche potrebbero sembrare formiche. Le pale saranno 72, sistemate una accanto all'altra al largo della spiaggia di Is Arenas, Torre del Pozzo, Capo Marrargiu, Capo Nieddu, Su Pallosu e l'isola di Maldiventre. «L'area è baricentrica e trenta chilometri dalla costa è una distanza sufficiente per essere poco visibile» spiega l'ingegner Idda. «Potrebbero avere un impatto ambientale pari a zero. La pale, sistemate oltre l'isola di Maldiventre quasi al limite delle acque internazionali, neppure si vedrebbero».
Ieri, dunque, è stato compiuto il primo passo dell'istruttoria con la consegna della richiesta per le concessioni alla Capitaneria di porto. «Ottenuto il benestare sulle aree, la fase successiva sarà la valutazione di impatto ambientale» ha spietato Giuseppe Idda, «per poi ottenere, speriamo, la concessione definitiva. Per tutti questi passaggi sarà necessario non meno di un anno».
Si tratta, secondo la società, di un progetto innovativo. «Sarebbe il primo in assoluto, non produrrà alcun impatto ambientale visto che sorgerà distante e al di fuori del banco di poseidonia. La novità riguarda poi la struttura: l'aerogeneratore è basato su una piattaforma semisommersa ancorata alle zavorre mediante tiranti. La sistemazione dell'impianto non modificherà in alcun modo l'ambiente: al termine della concessione non resterà nulla sul fondo».

venerdì 11 dicembre 2009

IS ARENAS: Parco eolico marino, errore nel bando. «L'iter andrà avanti»

Articolo di Nicola Pinna su L'Unione Sarda, 11 dicembre 2009.

Inizialmente si è temuto di dover far ripartire daccapo tutta la procedura, ma il Ministero delle Infrastrutture ha detto che l'iter burocratico per il progetto del parco eolico di Is Arenas può andare avanti senza problemi. Per rettificare l'errore contenuto nella prima pubblicazione del bando, la Capitaneria di porto dovrà semplicemente fare una nuova pubblicazione sul bollettino ufficiale e la procedura potrà proseguire. Una sorte di errata corrige che servirà per evitare qualunque inghippo e qualunque ricorso che potrebbe bloccare tutto il procedimento partito oramai da oltre un mese.
Il piccolo pasticcio riguarda le coordinate che indicavano il tratto di mare interessato all'installazione del grande parco eolico nella baia di Is Arenas. Una banalissima svista nella delimitazione dell'area per la quale la società Iare ha richiesto una concessione demaniale per sessant'anni. Un errore di poco conto, secondo il Ministero delle Infrastrutture, e per questo non ci sarà bisogno di stoppare il procedimento. «Nessun problema, nessun imprevisto - spiega il comandante della Capitaneria, Alberto Ugga - La colpa è nostra, ma non è stato un errore che pregiudica il lavoro fatto fino ad ora. Faremo una nuova pubblicazione per correggere l'imprecisione e tutto andrà avanti regolarmente».
I rappresentanti del comitato antiparco, che speravano che l'errore fosse sufficiente per far saltare in aria tutta la procedura, dovranno ancora combattere. «Noi abbiamo trasmesso al Ministero gran parte delle osservazioni che ci sono state recapitate dagli enti interessati - sottolinea Alberto Ugga - Ora resta solo da completare l'analisi della documentazione e poi potremo convocare la conferenza di servizi. Successivamente inizieranno le valutazioni sugli impatti ambientali e paesaggistici, ma questa è una competenza che spetta alle commissioni ministeriali».
Per i primi giorni di gennaio sarà fissata la conferenza di servizi che dovrà dare un parere irrinunciabile sul progetto della Iare di Bosa che ha proposto l'installazione di ottanta pale a due passi dalla spiaggia di S'Archittu. All'incontro, il comandante della Capitaneria di porto Alberto Ugga, chiamerà i rappresentanti della Regione, della Provincia e dei Comuni di Cuglieri, Narbolia e San Vero Milis. Il parere finale è quasi scontato: nessuno vuole quei tralicci.

mercoledì 9 dicembre 2009

UN NUOVO PARCO EOLICO SUL MARE A 30 MIGLIA DAL LIDO DI IS ARENAS

Articolo di Nicola Pinna su L'Unione Sarda, 9 dicembre 2009

Il progetto illustrato in Provincia. Secondo gli ideatori avrebbe un impatto ambientale pari a zero. Il presidente Pasquale Onida: nessuna difficoltà se i tralicci non si vedono dalla costa.

A trenta miglia dalla costa le pale eoliche potrebbero sembrare formiche. Anche se sono centoventi, sistemate una accanto all'altra al largo della spiaggia di Is Arenas, potrebbero avere un impatto ambientale pari a zero. Neppure si vedrebbero, sostengono i progettisti di un nuovo parco che potrebbe essere realizzato oltre l'isola di Maldiventre. Quasi al limite delle acque internazionali.
IL PROGETTO Gli uffici della Capitaneria di porto ancora non hanno ricevuto alcuna richiesta per una concessione demaniale. Il progetto però è già pronto. I particolari sono stati illustrati qualche giorno fa ai tecnici dell'Amministrazione provinciale e anche i sindaci del territorio sono già stati informati. Uno dei progettisti è l'ingegnere Giuseppe Idda, che è anche consigliere di minoranza del Comune di Cuglieri. Il nome della società però ancora non si conosce e per il momento non saltano fuori neppure i nomi degli imprenditori che sono disposti a finanziare la grande opera.
IL PARCO Nello specchio d'acqua individuato per realizzare la grande centrale dovrebbero essere installati più di cento tralicci. Alti più o meno centro metri, ma quasi invisibili dalla spiaggia. Per mettere su gli impianti, la società che ha ideato il parco, ha previsto un intervento a bassissimo impatto ambientale: senza neppure scavi a grande profondità o colate di cemento sul fondale. Le pale infatti dovrebbero essere galleggianti e per mantenerle in equilibrio si dovrebbe sfruttare la forza delle correnti marine. Ogni traliccio sarà ancorato a pesi di cemento armato, che manterranno a galla tutti gli impianti senza dover devastare il mare. Preservando, prima di tutto, le praterie di posidonia. I tralicci dunque sarebbero agganciati a una sorta di ancora in cemento in grado di mantenere in piedi i grandi ventilatori senza che sia necessario realizzare alcuno scavo.
I COMMENTI L'assessorato provinciale all'Ambiente attende di conoscere ancora meglio i particolari del progetto, stessa cosa l'Amministrazione comunale di Narbolia. I rappresentanti della società (composta da una cordata di imprenditori sardi e della penisola) si sono già presentati al sindaco, Fabrizio Fais, e al presidente della Provincia, Pasquale Onida. «Io penso che il primo vincolo da porre sia quello dell'impatto ambientale - commenta Pasquale Onida - Se è vero che i tralicci risulteranno quasi invisibili dalla costa, penso che non ci saranno grosse difficoltà. Di sicuro dovremo approfondire bene questa proposta e studiare con attenzione tutti i vantaggi e tutti i rischi».
Stesso parere quello del primo cittadino di Narbolia: «Noi dobbiamo far rispettare a tutti i costi la condizione che il parco eolico non provochi nessun danno all'ambiente e non danneggi il paesaggio. Se il progetto sarà realizzato così come ci è stato presentato, a una distanza di trenta miglia credo non ci saranno grosse opposizioni». Più cauto il sindaco di San Vero Milis. «Già da qualche tempo si parlava di un progetto alternativo, che sfrutterebbe sistemi tecnologicamente più avanzati e che si dovrebbe realizzare al largo della costa, ma per il momento non abbiamo sul tavolo una proposta concreta - dice Antonello Chessa - Adesso abbiamo da portare avanti la mobilitazione contro il progetto del parco eolico nella baia di Is Arenas: fino a quando non sarà vinta questa battaglia non potremo pensare ad altri progetti. Dopo discuteremo di progetti alternativi: siamo pronti a valutare se un intervento di questo tipo è compatibile con gli interessi del territorio e con l'esigenza di tutelare il patrimonio ambientale. Una cosa è certa: non vogliamo interventi distruttivi del nostro ambiente. Discutiamo di qualunque opera, ma solo se prevede un totale rispetto per la natura, per le nostre aspirazioni turistiche e per le attività economiche del territorio, la pesca prima di tutto».

mercoledì 25 novembre 2009

Una conferenza di servizi per il parco eolico a Is Arenas

Tratto da un articolo di Roberto Petretto su La Nuova Sardegna, 24 novembre 2009.

ORISTANO. La decisione definitiva è ancora lontana, anche se le dichiarazioni pubbliche del ministro Matteoli fanno ben sperare chi si batte contro il parco eolico a Is Arenas. L’iter però è sempre in moto e un “no” ufficiale ancora non c’è stato e non ci sarà in tempi brevissimi. Nessuna risposta alle opposizioni presentate in capitaneria di porto da Comuni, Provincia, associazioni, cittadini e imprenditori: si era parlato di un termine entro il quale il ministero delle Infrastrutture avrebbe dovuto pronunciarsi a favore o contro la richiesta di concessione demaniale della Iare srl. Dallo stesso ministero delle Infrastrutture smentiscono però questa eventualità. Si sarà invece una conferenza di servizi alla quale saranno invitati gli enti e le istituzioni interessate al problema: la Regione, che contro il progetto di Is Arenas ha presentato opposizione formale seppure ben oltre la scadenza del termine previsto dalla legge, la Provincia, i Comuni costieri, la Prefettura, la Capitaneria di porto i vigili del fuoco tutti quei soggetti che il ministero riterrà rappresentativi delle istanze e degli interessi del territorio. In quella sede verranno dibattuti i pro e i contro del progetto della Iare, le caratteristiche tecniche dell’insediamento, i benefici che se ne potrebbero trarre, ma anche le ragioni di chi si è opposto in maniera decisa e netta all’insediamento di 80 pale eoliche in uno dei tratto di mare più belli della provincia. Sul progetto della Iare è un po’ calato il silenzio: ormai i passi ufficiali sono stati fatti e si attendono le prossime mosse del ministero delle Infrastrutture. Il Comitato per il no all’eolico “selvaggio” però non vuole farsi sorprendere da decisioni spiacevoli: «La situazione è molto grave - si legge nella pagina del gruppo costituito su Facebook -. Nonostante i ripetuti toni trionfalistici diffusi nei giorni scorsi, stanno già iniziando a venir fuori le reali posizioni di chi, per dovere, dovrebbe difenderci». I promotori del gruppo invitano a «non abbassare la guardia. Dobbiamo continuare a stare attenti il più possibile, pesando ogni parola e ogni presa di posizione. E dobbiamo cercare di diffondere il più possibile ogni notizia». Vietato rilassarsi, quindi, sino a quando non ci sarà un pronunciamento ufficiale che dica con chiarezza che nella costa di fronte alla spiaggia di Is Arenas, all’istmo di Capo mannu e al monumento naturale di S’Archittu non sorgerà una selva di pale eoliche.

sabato 21 novembre 2009

Assalto delle torri eoliche sulla costa occidentale della Sardegna: cresce il fronte del NO

Arbus. Comune e Provincia sono contrari al progetto. Pale eoliche a Capo Frasca, la rivolta adesso è totale. Al coro di no si uniscono anche gli ambientalisti e semplici cittadini. «Parere favorevole soltanto al parco archeologico».
Da L'Unione Sarda, 19 novembre 2009, articolo di Santina Ravì.

Per una volta tutti d'accordo. Maggioranza, opposizione, semplici cittadini, ambientalisti e via dicendo: il parco eolico sulla Costa Verde non s'ha da fare, né ora, né mai. La notizia, secondo cui la società Sostenergy avrebbe presentato il progetto, per l'installazione di 80 pale sul mare di Arbus, fra Capo Frasca e Gutturu 'e Flumini, alla Capitaneria di Porto di Cagliari e poi trasferito per competenza alla gemella di Oristano, ha provocato grande sconcerto nella popolazione del Medio Campidano. E mentre in Provincia piovano le prime interrogazioni a firma dei consiglieri dell'opposizione, in ogni angolo del territorio si susseguono incontri, si programmano strategie, si leva forte il coro del no.
LA PROVINCIA Il primo a scagliarsi contro «un'idea assurda, folle e scellerata» è il presidente della Provincia Fulvio Tocco: «Per un territorio che, agli occhi del turista colto ed amico dell'ambiente, punta ad affermasi come una delle mete più importanti del Mediterraneo, sarebbe un danno d'immagine incalcolabile. Un'idea malsana. No, non ci sarà via libera ai signori del vento sulla linea di tiro del poligono interforze di Capo Frasca. Non ci lasceremo ingannare da chi ha condotto l'operazione in sordina, lavorando nelle tenebre e che solo per un errore di competenza ne siamo venuti a conoscenza dai giornali». Ricorda che il lieto fine sarà riservato solo al parco dei Fenici. «Un'area che abbraccia emergenze archeologiche di straordinaria importanza storica e che ora non può e non deve restare a guardare l'impatto devastante delle vicine pale al vento».
IL SINDACO Non meno forte e decisa è la posizione del sindaco di Arbus, Mondo Angius. «Ho partecipato - spiega - agli incontri organizzati per scongiurare il parco di Is Arenas. Figuriamoci se ora posso lasciar passare l'iniziativa sulla mia terra. E non perché sia contrario alle fonti energetiche alternative, quanto piuttosto perché l'opera fa a pugni col Piano paesaggistico, riduce le possibilità di intervento da parte delle comunità locali, deturpa un paesaggio di enorme rilevanza ambientale. Pensiamo alle dune di sabbia dorata, alla colonia di Funtanazza, all'area marina protetta, ai siti d'interesse comunitario, già finanziati e pronti per il lascia passare agli interventi di recupero, protezione e salvaguardia».
IL NO Il parco, "nemico" del mare arburese, prevede l'occupazione di un'area che si estende per circa 12 chilometri in lunghezza e per oltre un chilometro e mezzo in larghezza. Le singole torri, che dovrebbero essere piazzate su tre file, la prima delle quali a una distanza di 2.500 metri dalla battigia, superano i 100 metri di altezza, con una potenza attorno ai 100 megawatt.


Torri in mare anche a Capo Frasca

Denuncia di Pili (Pdl): «Così stanno circondando la Sardegna»
Da l'Unione Sarda, 14 novembre 2009, articolo di Antony Muroni.

Dal golfo degli Angeli a quello di Palmas, passando per Is Arenas e Capo Frasca, ad oggi risultano presentati in Sardegna progetti di parchi eolici sul mare per oltre 700 megawatt. Intanto la protesta monta anche su Facebook, con oltre 3000 iscritti.
Ancora un parco eolico in mare che, se realizzato, completerebbe un'ideale linea di congiunzione che parte dal golfo degli Angeli (tra Sarroch e Pula) e risale, a ovest, per quello di Palmas (Sant'Antioco), fino ad arrivare a Is Arenas (costa dell'Oristanese, tra Cuglieri e San Vero Milis), senza trascurare il litorale al largo di Arbus. Perché (la nuova denuncia è contenuta in un'interrogazione presentata dal deputato del Pdl Mauro Pili) anche uno dei paesaggi più affascinanti della Sardegna, quello della costa di Capo Frasca, non è rimasto immune dai progetti di espansione dei signori del vento.
LA DENUNCIA «Il progetto - sostiene Pili - costituisce l'ennesimo tentativo di speculazione ai danni della Sardegna. A presentarlo è la Sostenergy, già nota per la presentazione di due elaborati analoghi sulla costa cagliaritana tra Pula e Sarroch». Si tratta di un piano di fattibilità, presentato nel giugno scorso all'attenzione della Capitaneria di porto di Cagliari (poi trasmesso a quella di Oristano, per le prime valutazioni del caso), che prevede l'installazione di ottanta pale eoliche da piazzare in mezzo al mare, a circa tre miglia di distanza dalla costa, con altezze che superano i cento metri e una potenza generata attorno ai 100 megawatt.
«È sorprendente che da quel momento alla Capitaneria oristanese non sia stato avanzato nessun altro atto ufficiale - aggiunge l'ex presidente della Regione - quel progetto appare come un'opzione futura su quel tratto di mare. Quasi a significare che chi prima arriva, prima ne ottiene la disponibilità. Tutto questo è inaccettabile».
LA SITUAZIONE A oggi risultano presentati in Sardegna progetti di parchi eolici sul mare per oltre 700 megawatt: «Un quantitativo che la dice tutta sulla spregiudicatezza di coloro che pensano di trasformare la Sardegna e il suo mare in una colonia da lottizzare per sistemare le loro pale eoliche. Per questo motivo - conclude Pili - ho presentato ai ministri competenti una nuova interrogazione parlamentare, con l'obiettivo di tenere alta la guardia su un fenomeno speculativo senza precedenti, che sta investendo ogni angolo della nostra terra e del nostro mare».
IL FUTURO Il parlamentare annuncia anche che, assieme ai consiglieri provinciali del Pdl nel Medio Campidano, promuoverà tutte le iniziative necessarie per respingere progetti tanto scellerati quanto inaccettabili. In attesa di nuove manifestazioni, la protesta monta anche su Facebook: il gruppo “No alla muraglia eolica nel golfo di Cagliari” ha raggiunto quota 3170 iscritti.

sabato 14 novembre 2009

Su Radio 1 ampio servizio sull'eolico in Sardegna

Sabato 14/11/2009 il programma radiofonico "Inviato speciale", trasmesso su Radio 1, ha mandato in onda un ampio servizio sul tentativo di colonizzazione eolica delle coste sarde. All'interno del servizio numerose interviste ai sindaci e ai cittadini dei comuni coinvolti.

>> Ascolta "Inviato speciale" del 14 novembre

L'assessore regionale Oppi: niente pale a Santa Giusta

Presentata l'opposizione al progetto di Abarossa. Mario Diana: «La Giunta ha dimostrato di non essersi disinteressata al problema».
Anche la Provincia in campo contro i generatori.
Da l'Unione Sarda, articolo di Nicola Pinna, 13 novembre 2009.

Ecco la Regione. Al coro di contestazione contro il parco eolico progettato al centro del Golfo di Oristano si è aggiunta ieri anche la Direzione generale dell'Ambiente. Nero su bianco, l'assessore Giorgio Oppi dice che in una zona di pregio ambientale non si possono, anzi non si devono, piantare gli aerogeneratori.
LA REGIONE Al fotofinish, dunque, è arrivato anche da Cagliari ricorso contro il piano della Raddusa Energy, che ha chiesto alla Capitaneria di porto una concessione demaniale (per sessant'anni) per installare venti pale a un miglio dalla spiaggia di Abarossa. «Il parco eolico proposto ricade all'interno di uno specchio d'acqua che è parte integrante del Sito di interesse comunitario "Sassu-Cirras" - esordisce l'assessore Oppi - La presenza di impianti di questo tipo non solo crea un notevole impatto visivo, ma anche un grave disturbo agli uccelli e ai pesci, provocando interferenze con le rotte migratori e un danno alla prateria di posidonia». Poi un altro aspetto: la presenza di siti archeologici (Tharros, prima di tutto) e la vicinanza con l'Area marina protetta del Sinis. E a questo proposito l'assessore Giorgio Oppi ricorda subito la legge approvata recentemente dal Consiglio regionale: «Il mare territoriale è considerato di primario interesse paesaggistico ed è oggetto di tutela». Poi aggiunge un passaggio importante della nuova norma: «La Regione considera meritevoli di tutela le praterie di posidonia e vieta qualunque intervento che possa compromettere l'integrità e lo stato di equilibrio». Infine una precisazione: «Il no della Regione vale anche per il progetto di Is Arenas».
LE REAZIONI All'intervento dell'assessore regionale plaudono gli antiparco di Is Arenas e in serata il commento del capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Mario Diana. «La Giunta ha dimostrato di non essersi disinteressata al problema delle centrali che minacciano la costa oristanese - dice Diana - Non possiamo accettare scempi come quelli di Sassu e di Is Arenas, per giunta in nome di interessi economici poco trasparenti. Il tempo trascorso prima che la Giunta regionale formalizzasse il suo parere negativo non è andato sprecato:è servito ad approfondire tutti gli aspetti di una materia molto delicata».
LA PROVINCIA Altro no al parco eolico di Abarossa è arrivato mercoledì sera dal Consiglio provinciale: voto unanime per chiedere al Ministero delle Infrastrutture di non firmare la concessione demaniale alla Raddusa Energy. Un documento di sette pagine che questa mattina sarà consegnato alla Capitaneria di porto, visto che oggi è l'ultimo giorno per presentare le osservazioni al progetto di Santa Giusta. Al primo punto ci sono le questioni legali: «La richiesta di concessione demaniale è in contrasto con diverse norme regionali». Poi le valutazioni sull'impatto ambientale e paesaggistico: «La barriera di turbine potrebbe alterare la dinamica della spiaggia e il grande cavo di collegamento tra gli impianti potrebbe creare una diga sotterranea che bloccherebbe il movimento dei sedimenti». A dirlo, come è specificato nel documento votato dal consiglio, è una relazione dell'Università di Sassari che nel suo studio ha valutato anche i rischi per gli stagni, l'impatto acustico e quello visivo. La Provincia, per di più, sottolinea i danni per la pesca e il turismo: «Un'opera di questo tipo potrebbe vanificare gli sforzi fatti negli ultimi anni dalle amministrazioni locali per creare un sistema turistico eco-sostenibile. Allo stesso tempo la presenza dei generatori provocherebbe una devastazione alle specie ittiche e a farne le spese sarebbero i pescatori».

giovedì 12 novembre 2009

La Sardegna si prepara a esportare sempre più energia

Dal sito Anev:
EOLICO E RETE: TERNA ALLA PRESENZA DELLE MASSIME AUTORITA' DI GOVERNO, INAUGURA L'ELETTRODOTTO CON LA SARDEGNA
L'inaugurazione del cavo di interconnessione tra il continente e la sardegna e' un importante evento che permettera' di migliorare la rete di trasmissione nazionale, rendere piu' efficiente il sistema e ridurre i costi dell'energia elettrica (...).

>> Leggi la notizia completa

ARRESTATI IL PRESIDENTE DELL'A.N.E.V. E I SIGNORI DEL VENTO


ARRESTATO IL PRESIDENTE DELL'A.N.E.V. (Associazione Nazionale Energie del Vento) ORESTE VIGORITO.
La notizia è pubblicata sul sito dell'associazione ecologista Gruppo d'Intervento Giuridico o.n.l.u.s.
>> Vai alla notizia sul sito del GrIG

mercoledì 11 novembre 2009

Misure per la tutela ambientale del tratto di mare posto tra Is Arenas, Su Pallosu e S'Archittu

RISPOSTA DEL GOVERNO ALL'INTERROGAZIONE DELL'ON PALOMBA SULL'EOLICO A IS ARENAS.
QUESTI, AL MOMENTO, GLI ATTI UFFICIALI DEL GOVERNO

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Mereu n. 3-00721 e Palomba n. 3-00753,
concernenti misure per la tutela ambientale del tratto di mare posto
tra Is Arenas, Su Pallosu e S'Archittu in Sardegna in merito al
progetto relativo alla realizzazione di un impianto di produzione di
energia eolica in off-shore, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).Il
sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e
del mare, onorevole Roberto Menia, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare.
Signor Presidente, risponderò infatti congiuntamente a proposito delle
problematiche evidenziate nelle due interrogazioni, che in particolare
riguardano il progetto per la realizzazione di un parco eolico off-shore nello specchio di mare antistante la costa di Is Arenas.Con
istanza del 21 maggio 2009, la società Is Arenas renewables energies
Srl ha presentato domanda per ottenere il rilascio della concessione,
ai sensi dell'articolo 36 del codice della navigazione, di un'area
demaniale marittima nello specchio del Golfo di Oristano per la
realizzazione e la gestione di un parco eolico off-shore.Ai
fini tecnico-amministrativi, l'iniziativa si inquadra nell'ambito
dell'approvvigionamento di fonti di energia, materia rimasta nelle
competenze dello Stato ai sensi degli articoli 28, 29, 30 e 31 del
decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e il rilascio
dell'autorizzazione è regolata dall'articolo 12, comma 3, del decreto
legislativo n. 387 del 2003, che, tra l'altro, testualmente recita:
«Per gli impianti off-shore l'autorizzazione è rilasciata dal
Ministero dei trasporti, sentiti il Ministero dello sviluppo economico
e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare,
con le modalità di cui al comma 4 e previa concessione d'uso del
demanio marittimo da parte della competente autorità marittima».Nell'ambito
delle procedure previste dal decreto legislativo 29 dicembre 2003, n.
387, il 22 giugno ultimo scorso, il Ministero delle infrastrutture e
dei trasporti, direzione generale per i porti, allo scopo di dare corso
all'espletamento dell'istruttoria intesa all'accertamento delle
condizioni per il rilascio della concessione demaniale marittima di cui
trattasi, ha invitato la Capitaneria di porto di Oristano ad effettuare
un vaglio preliminare sull'istanza in ordine sia alla sicurezza della
navigazione per l'eventuale interferenza con rotte di navigazione
obbligate, sia alla compatibilità delle strutture costituenti
l'impianto eolico con le altre attività marittime.Il successivo 8
luglio, la predetta Autorità marittima, ha riferito che il parco eolico
in esame «non costituisce pregiudizio per la sicurezza della
navigazione e non interferisce sulle rotte obbligate né comporta
restrizioni alle stesse». Pag. 25In
merito alle limitazioni alle attività correlate, come la pesca e
l'attività diportistica, occorrerà, invece, un mirato approfondimento
istruttorio con gli organi competenti in materia, mentre, riguardo,
alla funzione turistico-balneare del litorale, il tratto ospitante le
torri eoliche dovrà essere sottoposto ad un'adeguata regolamentazione
normativa a cura dell'Autorità marittima, mediante l'emanazione di
ordinanze che disciplinano le attività circostanti.L'istruttoria della richiesta di concessione è ancora nelle sue prime fasi di verifica e sono in itinere
tutte le dovute analisi tecniche che, garantisce il Ministero delle
infrastrutture e trasporti, seguiranno un'istruttoria severa e attenta,
lasciando alla fine delle stesse le conseguenti valutazioni sul caso,
tenendo ben presenti anche i rilievi delle istituzioni regionali e
locali.L'autorizzazione di cui al precedente articolo 12 è
vincolata, comunque, come dettato dal decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, modificato dal successivo decreto legislativo 16 gennaio
2008, n. 4, e da ultimo dalla legge 23 luglio 2009, n. 99, che prevede
la valutazione di impatto ambientale statale specificatamente per gli
«impianti eolici e la produzione di energia elettrica ubicati a mare»,
anche alla conformità del progetto alla vigente normativa in materia
ambientale, in particolare la valutazione di impatto ambientale e la
valutazione di incidenza, procedura quest'ultima, vista la presenza di
un'area «sito di interesse comunitario», ricompresa nell'ambito
dell'istruttoria di VIA.Si tiene a precisare che presso la
direzione generale competente del Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, per il progetto di cui trattasi, non
è pervenuta ancora nessuna istanza di pronuncia di compatibilità
ambientale, ma che nel corso della stessa, qualora il progetto venisse
presentato, si terranno in debita considerazione tutti i pareri e le
osservazioni che perverranno dagli enti istituzionalmente coinvolti,
senza tralasciare l'analisi del contesto territoriale su cui dovrebbe
incidere l'impianto.In merito all'istallazione di due anemometri
nella spiaggia antistante all'area marina dove dovrebbe sorgere il
parco eolico, si precisa che l'atto formale di concessione dei due siti
demaniali - entro cui dovranno essere posizionate le rispettive Pag. 26torri
di rilevamento - non è stato ancora formalizzato non essendo ancora
pervenuti i pareri di competenza delle amministrazioni comunali di San
Vero Milis e Narbolia; pertanto la procedura concessoria è tuttora in itinere presso la competente Capitaneria di porto di Oristano.Il
Governo ha chiaramente a cuore la vocazione turistica e ambientale
della Sardegna, che detiene uno dei patrimoni ambientali più belli e
significativi del Paese; pertanto, i risultati sulla verifica della
compatibilità ambientale del progetto, unitamente a quelli relative
alle istruttorie che devono essere ancora acquisiti alla citata domanda
di concessione, saranno oggetto di attenta valutazione, sia per il
rilascio della concessione demaniale ai sensi dell'articolo 36 del
codice della navigazione, sia per il rilascio dell'autorizzazione
all'esercizio, ai sensi dell'articolo 12 del citato decreto legislativo
n. 387 del 2003.
PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00721.
ANTONIO MEREU.
Signor Presidente, non me ne voglia il sottosegretario, ma egli ha
letto in effetti una risposta ad una interrogazione precedente
dell'onorevole Pili su questa situazione svolta in Aula.

lunedì 9 novembre 2009

Da tutta la Sardegna centinaia di delibere contro gli impianti off-shore a ridosso delle coste

I sindaci della Sardegna: "No alle pale eoliche in mare"
L'

I sindaci della Sardegna: "No alle pale eoliche in mare" L'eolico off shore
LE RASSICURAZIONI A Is Arenas da due giorni tutti esultano. Il ministro Altero Matteoli è stato chiaro: «Non firmerò mai quel progetto». E poi c'è l'aut-aut del ministero dell'Ambiente: «Nella baia si estende un sito di interesse comunitario che deve essere tutelato. E prima di avviare qualunque intervento è necessario un approfondito studio sull'impatto ambientale e paesaggistico». I sindaci e il comitato degli antiparco brindano, ma non abbandonano la battaglia. «Le prese di posizione dei ministri dell'Ambiente e delle Infrastrutture ci ridanno speranza e allo stesso tempo confermano l'importanza della nostra strategia - dice il primo cittadino di San Vero Milis, Antonello Chessa - Presentare le osservazioni è utile per far conoscere ai tecnici ministeriali quali sono le problematiche ambientali del territorio. Sbaglia la Regione a pensare il contrario: se la documentazione viene considerata valida non si arriva neppure alla conferenza di servizi».
IL PARCO DI SASSU Nell'ufficio del sindaco di Santa Giusta intanto stanno già arrivando le delibere votate dai consigli comunali di tanti paesi della Sardegna: nei prossimi giorni molte altre amministrazioni hanno convocato le assemblee per prendere posizione contro le pale eoliche. L'Università di Sassari intanto ha completato lo studio commissionato dalla Provincia di Oristano e lancia un allarme non poco preoccupante: dove è stato progettato il parco eolico, di fronte alla spiaggia di Abarossa, c'è la più grande prateria di posidonia e la presenza dei tralicci danneggerebbe il movimento delle sabbie, bloccherebbe il passaggio dei pesci verso gli stagni, ridurrebbe la luminosità e provocherebbe un disastro ambientale. «Oristano è in prima fila e ci sarà sempre - assicura il vicesindaco Andrea Lutzu - Noi abbiamo già votato un ordine del giorno contro il parco di Is Arenas e nei prossimi giorni adotteremo un'altra delibera per aderire a tutte le altre battaglie».
LA PROTESTA L'invasione dei generatori potrebbe raggiungere anche il mare di fronte a Sant'Antioco: «Il Golfo di Palmas rischia di subire questo assalto - denuncia il presidente del Consiglio comunale, Marco Fontana - La Sardegna deve essere difesa: siamo favorevoli all'energia eolica ma i tralicci devono essere installati nelle zone adatte».

giovedì 5 novembre 2009

MINISTERO DELL'AMBIENTE SU IS ARENAS

Il Ministero dell'ambiente interviene sul progetto di centrale eolica del Sinis.

postato da Stefano Deliperi [04/11/2009 23:12]

Il Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare - Direzione per la protezione della natura, in risposta all'atto di opposizione (20 settembre 2009) inoltrato dalle associazioni ecologiste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra, è intervenuto (nota DPN-2009-22016 del 19 ottobre 2009) riguardo la centrale eolica off shore del Sinis. Ha messo in mora la Capitaneria di Porto di Oristano, la Regione autonoma della Sardegna (Assessorati regionali della difesa dell'ambiente e dell'urbanistica) e l'Area Marina Protetta del Sinis (gestita dal Comune di Cabras) ricordando l'esistenza del giudizio davanti alla Corte di Giustizia europea per le gravi violazioni della normativa comunitaria in materia di tutela degli habitat (direttiva n. 92/43/CEE) a causa degli interventi edilizi sulle dune boscate di Is Arenas (Narbolìa), sito di importanza comunitaria. La causa C-491/08 vede lo Stato italiano davanti al Giudice comunitario in seguito alla procedura di infrazione n. 1998/2346 avviata dalla Commissione europea proprio su ricorso delle associazioni ecologiste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra.

Il Ministero dell'ambiente ricorda che - proprio per questi motivi - la Regione autonoma della Sardegna ha approvato il piano di gestione del sito di importanza comunitaria - S.I.C. di Is Arenas, che prevede un'ampia zona a mare, interessata dal progetto di centrale eolica del Sinis proposto dalla Is Arenas Renewables Energies s.r.l. Tuttavia non c'è alcuna preventiva valutazione di incidenza del progetto sullle componenti ambientali del S.I.C., né procedura di valutazione di impatto ambientale. Dovranno pertanto - sempre secondo quanto ribadito dal Ministero dell'ambiente - essere valutati gli impatti a terra ed a mare sul paesaggio, il rumore, i danni alla fauna e, specificamente, all'avifauna (in particolare i rapaci e i migratori), i danni ai fondali marini e, specificamente, alle praterie di posidonia.

In poche parole, il Ministero dell'ambiente ha piantato profondi paletti nei confronti di un progetto che appare fin troppo dannoso.

La Giunta regionale sarda, invece, non ha fatto alcun passo concreto, nonostante un preciso ordine del giorno (il n. 12 del 7 ottobre 2009) approvato all'unanimità dal Consiglio regionale. I padroni del vento ringraziano sentitamente.

Si attendono, inoltre, conferme o (auspicabili) smentite riguardo quanto sostenuto in un'interrogazione parlamentare dell'on. Mauro Pili (P.d.L.) in merito all'eventuale presenza di soldi sporchi nel giro d'affari del maestrale isolano. D'altra parte non sarebbe la prima volta.

Le associazioni ecologiste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra, considerato che tutti i progetti di centrali eoliche off shore recentemente presentati (ben sei, dal Sinis al Golfo di Oristano, dal Golfo degli Angeli al Golfo di Palmas) appaiono fuori da qualsiasi ipotesi della pianificazione regionale in materia e che sembrano dettati più da esigenze speculative (es. certificati verdi) che da effettive necessità, ribadiscono la loro netta opposizione all'eolico selvaggio, che non tiene conto delle caratteristiche peculiari del territorio interessato né delle effettive necessità energetiche, ma viene determinato dalle pretese degli industriali del vento ai danni della collettività.In proposito è stata presentata in Consiglio regionale, a firma dell'on. Chicco Porcu (P.D.) e più, la mozione n. 24 del 7 ottobre 2009 per fermare gli speculatori del vento. Sarà discussa nelle prossime settimane.

Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra

INIZIATIVA PER MOBILITARE I SINDACI SARDI PER FERMARE L'EOLICO SELVAGGIO

L'UNIONE SARDA - Ambiente e territorio : Eolico davanti alle coste, mobilitati i sindaci sardi 05.11.2009
Da Santa Giusta ai paesi di tutta la Sardegna: blocco unico per dire no al parco eolico nel Golfo di Oristano e per impedire qualunque progetto offshore al largo delle coste sarde. Il primo cittadino di Santa Giusta chiede aiuto ai suoi colleghi e cerca di coinvolgere nella battaglia tutte le amministrazioni comunali, proponendo una deliberazione collettiva contro i grandi tralicci in mare. «È importante avviare una mobilitazione dei territori attraverso la costituzione di un comitato delle istituzioni locali che sia in prima linea per la salvaguardia dei territori e per programmare un incontro con il Ministro delle Infrastrutture - dice il sindaco Antonello Figus - A tutti i Comuni sardi chiedo di coinvolgere le popolazioni in una grande raccolta di firme da consegnare alla Capitaneria di porto e allo stesso tempo mi auguro che i Consigli e le Giunte comunali adottino una delibera contro questi progetti». Il progetto della Raddusa energy, che ha presentato una richiesta di concessione demaniale alla Capitaneria di porto, prevede l’installazione di una ventina di pale al largo della spiaggia di Abarrosa. «Dobbiamo opporci a queste iniziative per tante motivazioni, legate prima di tutto alla fruizione del mare ma anche per scopi economici - aggiunge Figus - Da non dimenticare le ricadute negative per il turismo e la piccola pesca ». Sabato a Santa Giusta sono stati convocati i sindaci sardi, i rappresentanti delle Province, alle 10 al centro servizi della zona artigianale. ( n. p.)

martedì 3 novembre 2009

Tanto per ricordarci gli impegni presi dalla Regione

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 24

MOZIONE PORCU - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sull'aumento di richieste alle amministrazioni competenti di parchi eolici nel territorio della Sardegna e sulla necessità di legare il rilascio delle autorizzazioni alle effettive esigenze energetiche della Sardegna e alla compatibilità con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
***************
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che il sostegno a tutte le produzioni di energia da fonte alternativa ai combustibili compatibili deve essere coniugato con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici, paesaggistici, storico-culturali del territorio sardo e deve essere funzionale all'effettivo fabbisogno energetico della Sardegna;
CONSIDERATO che:
- recentemente sì è registrato un aumento delle richieste inoltrate alle amministrazioni pubbliche competenti di parchi eolici, sia in ambiti terrestri che offshore, dal pesantissimo impatto ambientale, come quello al largo del Sinis della Is Arenas Renewables Energies Srl (sede: Bosa, 08013, via Azuni n. 23) composta da 80 torri eoliche alte 130 mt (100 sopra il pelo dell'acqua), 320 MW di potenza massima, area di 21.698.062,00 mq nel mare territoriale (da 2 a 8 km dalla costa) del Sinis e 450 mq sul demanio marittimo, davanti al litorale di Is Arenas, Su Pallosu, S'Archittu, nei Comuni di San Vero Milis, Narbolìa, Cuglieri (OR);
- tale intervento per le sue pesantissime implicazioni paesaggistiche e notevole impatto sulle attività turistiche e sulle attività di pesca ha destato una fortissima opposizione delle comunità locali e delle rappresentanze istituzionali a tutti i livelli;
- il sole ed il vento sono beni comuni da considerare di proprietà pubblica e il loro sfruttamento va finalizzato ad effettivi vantaggi per la popolazione sarda in termini di abbattimento dei costi energetici e di riduzione di emissioni inquinanti;
- il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici in ambiti terrestri rientra fra le competenze regionali (articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003), mentre il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici nell'ambito del mare territoriale rientra fra le competenze nazionali (Ministero delle infrastrutture e trasporti, articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003);
- con deliberazione della Giunta regionale n. 28/56 del 26 luglio 2007 sono state individuate le relative linee guida per la realizzazione delle centrali eoliche (articolo 112, delle NTA del PPR - articolo 18, comma 1, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2);
RILEVATO che:
- a oggi i parchi eolici installati in Sardegna e quelli già autorizzati coprono largamente le possibilità di effettivo utilizzo della rete elettrica sarda e qualsiasi ulteriore autorizzazione non comporterebbe una riduzione nella attività delle centrali termoelettriche tradizionali e delle relative emissioni di sostanze inquinanti e di CO2;
- la tecnologia degli impianti eolici è ormai una tecnologia matura priva di rischi imprenditoriali e gli incentivi statali rendono certi i ricavi economici pluriennali anche sulla base della sola energia prodotta ancorché non utilizzata;
- in virtù di questa modifica normativa le concessioni regionali per la realizzazione di nuove centrali eoliche non sono più obbligatoriamente rilasciate in seguito a bando pubblico, ma possono essere assegnate senza alcun legame con le effettive esigenze energetiche della Sardegna con il rischio di una grave perdita dei corrispettivi in favore della Regione autonoma della Sardegna e di un inutile impatto ambientale;
RICORDATO che:
- l'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009, ha integralmente sostituito l'articolo 18 della legge regionale n. 2 del 2007, per la disciplina e la realizzazione di ulteriori impianti eolici nel territorio regionale cancellando, in maniera del tutto inopinata, l'obbligo di rilascio delle autorizzazioni all'esercizio di nuovi impianti mediante procedure selettive pubbliche sulla base delle effettive necessità energetiche del territorio della Sardegna così come contenute nel PEARS (deliberazione della Giunta regionale n. 66/24 del 27 novembre 2008);
- in ogni caso, la realizzazione di centrali eoliche è assoggettata al preventivo e vincolante (articolo 29 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni) procedimento di valutazione di impatto ambientale (articolo 20 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, allegato IV, punto 2, lettera e), articolo 31 della legge regionale n. 1 del 1999 e successive modifiche ed integrazioni, deliberazione della Giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008, allegato A1, punto 3), mentre la realizzazione di centrali eoliche in aree marine è assoggettata al preventivo e vincolante (articolo 29 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, legge n. 99 del 2009) procedimento di valutazione di impatto ambientale (articolo 20 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, allegato II, punto 7 bis),
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a vincolare strettamente il rilascio di nuove autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche:
a) alle necessità energetiche reali ed effettive del territorio regionale della Sardegna così come contenute nel PEARS;
b) a procedure selettive pubbliche (bandi) contemplanti forme di retribuzione in energia e/o monetarie a favore della Regione Sardegna e degli enti locali interessati ed a sospendere il rilascio di nuove autorizzazioni fino alla definitiva approvazione dello studio specifico previsto dal Piano paesaggistico regionale (articolo 112 delle norme tecniche di attuazione) e dall'articolo 18 della legge regionale n. 2 del 2007, come sostituito dall'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009;
2) a richiedere al Governo nazionale che il rilascio di nuove autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche nel mare territoriale della Sardegna sia subordinato a intesa/concerto con la Regione autonoma della Sardegna, ai sensi dell'articolo 56 del decreto del Presidente della repubblica n. 348 del 1979 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna), da stabilirsi solo sulla base delle effettive necessità energetiche della Sardegna contenute nel PEARS.
Cagliari, 7 ottobre 2009

Un'esempio di energie rinnovabili ed ecosostenibili

venerdì 25 settembre 2009
SOLAR CITY, UN QUARTIERE RESIDENZIALE DI LINZ, CHE SI CANDIDA COME IL FUTURO ECOSOSTENIBILE DEL PIANETA

“La quantità di luce solare che raggiunge la superficie della Terra in un’ora, contiene abbastanza energia da soddisfare i bisogni energetici mondiali di un anno intero” afferma Susan Hockfield , direttore del Massachusetts Institute of Technology di Boston.
Un’infinitesima parte di quella quantità diventa la metafora di un quartiere. Siamo a Linz, in Austria. Il sole qui gioca un ruolo talmente importante dal punto di vista energetico da far ragionevolmente parlare di città solare. Solar City è un nuovo quartiere residenziale a pochi chilometri dal centro di Linz , un modello esemplare di sostenibilità , applicata a un intero distretto urbano.
solar_city_linz_02Solar City è il futuro, o meglio, dovrebbe esserlo. Siamo diventati abbastanza bravi a progettare il singolo edificio a basso consumo , la casa passiva o addirittura attiva. Un esempio è quella costruita quest’anno nella periferia della cittadina danese di Aarhus e ideata da Rikke Lidholdt: una casa non solo autosufficiente dal punto di vista energetico , ma addirittura in grado di produrre più energia di quella necessaria all’abitazione stessa.Se vogliamo ragionare ad un vero risparmio energetico , dobbiamo ragionare a un progetto di quartiere , aspettando quello della città.
Solare City è il fiore all’occhiello , almeno nel metodo. Non è solo. Esperienze simili si trovano a Friburgo , nei quartieri di Vauban e Rieselfeld. E prima ancora a Londra, nel quartiere pionieristico di Bed –Zed , progetto da Bill Dunster.
Dichiarata Capitale Europea della Cultura 2009 , Linz può definirsi capitale della cultura sostenibile. E può farlo da tempo , poiché il primo avvio di una politica edilizia sociale a basso consumo energetico risale ai primi anni ‘90, quando la municipalità cittadina commissionò al veterano dell’urbanistica viennese Roland Rainer il nuovo piano regionale urbano e il masterplan per un nuovo quartiere residenziale , programmato , con lungimiranza , per accogliere fino a 25 mila abitanti.
In quegli anni circa 12 mila persone stavano cercando alloggio nella città austriaca , che però non offriva spazi sufficienti all’interno dell’area urbana. In quel momento era già alto il consumo di combustibile fossile come principale causa dell’effetto serra. Così nacque l’idea di Solar City : un ampio progetto interamente pensato secondo criteri di eco-sostenibilità su larga scala.
L’area designata , intorno a Pichling ( 7 Km a sud al centro di Linz) , è immersa in una regione caratterizzata da piccoli laghi e dalle paludi del Traun-Danube . L’architetto Herzog , pioniere della progettazione sostenibile fin dagli anni’70, fu incaricato di coordinare un team qualificato di progettisti. L’obiettivo era affrontare , con i principi messi a punto nei cosiddetti eco-edifici, la complessità della scala urbana in un contesto delicato.Il tutto grazie ai finanziamenti di Bruxelles, e a un accordo economico con 12 imprese di costruzione no profit (margine di guadagno massimo , il 3 %).
Sempre nel ‘95 iniziò la progettazione architettonica. Nel 2001 la costruzione partì. Oggi a Solar City abitano 3200 persone , destinate ad aumentare. La struttura è stata pianificata secondo criteri di ecologia tipici della cultura mitteleuropea : la ricerca di densità urbana , il mix sociale nonché una flessibilità capace di offrire diverse possibilità di fruizione degli alloggi , alcuni a libero mercato, altri a carattere sociale.
solar_city_linz_Il progetto è organizzato intorno a 4 nodi multifunzionali , quattro nuclei disposti a intorno a una piazza centrale con il Tower Centre , che riunisce servizi e strutture, tra cui la biblioteca, centro sociale , presidio sanitario , farmacia , banche e negozi. Altro nodo a vocazione non residenziale è lo School Centre , con scuola elementare , nursery e attività integrate . Ogni area è facilmente raggiungibile a piedi. L’uso dell’automobile è scoraggiato.
Una metropolitana collega Linz-Pichling è al centro della città. Una rete di percorsi ciclo-pedonali mette in comunicazione le varie parti del quartiere e i laghi vicini.
Nella città esiste un vero campionario di sostenibilità: l’energia solare per produrre energia elettrica e acqua calda, la ventilazione controllata con recupero di calore, le centraline sotterranee per il riscaldamento e il raffreddamento dell’aria , la separazione delle acque di scarico e il recupero dell’acqua piovana, fino alla separazione delle urine e il loro invio ai campi agricoli attraverso l’uso di toilette speciali. Ogni giardino ha una porzione gestito da un individuo , e ne risponde alla collettività. La stessa attenzione è rivolta alla qualità degli spazi pubblici , per il gioco dei bambini e il tempo libero. Tutto questo il risultato di una politica di lungo periodo
Pubblicato da MADYUR venerdì, settembre 25, 2009

Anche il Giornale di Vicenza si interessa al caso Is Arenas

L'impianto eolico in progetto a Is Arenas continua ad avere grande eco anche a livello nazionale. Sul giornale di Vicenza questa mattina è stata dedicata un'intera pagina alle vicende che hanno scosso la costa oristanese.
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sabato 31 ottobre 2009

Andato in onda il servizio su "Striscia la notizia"




Giovedì sera l'emittente televisiva Canale 5 ha trasmesso all'interno della trasmissione "Striscia la notizia" un breve servizio sull'impianto eolico previsto a Is Arenas. Il servizio, realizzato da Christian Cocco e i Tenorenis (gruppo di cui fa parte il figlio di Benito Urgu) mostra un'interessante simulazione dello scenario che si profilerebbe qualora il progetto venisse realizzato.

mercoledì 28 ottobre 2009

EOLICO SELVAGGIO IN SARDEGNA, SEGNALI DI STAMPO MAFIOSO?

Il vice presidente della Commissione Antimafia: bisogna accertare la provenienza dei capitali
Il Giornale di Sardegna di oggi riporta che la Is Arenas Renewables Energies e le altre società che hanno chiesto di realizzare i megaimpianti eolici in Sardegna sono nel mirino dell'Antimafia. Il sospetto è quello che sia in corso una maxi operazione di riciclaggio di capitali di provenienza illecita.
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martedì 27 ottobre 2009

RIVOLTA ANCHE A SANTA GIUSTA

Santa Giusta (OR). Ieri un'affollata riunione di Consiglio comunale, unanime il no al parco off-shore proposto da una società di Treviglio. Pescatori e cittadini: «Pronti alla rivolta»
«Le pale non solo non le pianteranno mai, ma non potranno neppure scaricarle dalle stive delle navi». I pescatori di Santa Giusta sono pronti alla guerra per fermare il parco eolico di fronte alla spiaggia di Abarossa. E se non basteranno le opposizioni formali al progetto della Raddusa Energy di Treviglio scatterà la rivolta: i pescherecci formeranno una grande catena per proteggere il Golfo di Oristano e i cittadini di Santa Giusta occuperanno le banchine del porto per bloccare lo sbarco degli impianti necessari per realizzare il parco. La battaglia è già iniziata: la rivolta popolare si estende. E da Is Arenas si sposta fino a Santa Giusta, sempre con lo stesso obiettivo: fermare l'installazione dei generatori di fronte alla costa oristanese.
LA DECISIONE Ieri il Consiglio della cittadina lagunare ha espresso forte e chiaro il suo no alla richiesta di concessione demaniale che una società lombarda ha presentato alla Capitaneria di porto di Oristano con l'intenzione di piantare venti pale, alte centoventi metri, a cinquecento metri dalla spiaggia di Abarossa. «Per ora portiamo avanti tutte le iniziative burocratiche possibili: opposizioni e altre procedure formali per far sapere al ministero delle Infrastrutture che quella concessione demaniale non deve essere firmata - grida davanti a mezzo paese il primo cittadino di Santa Giusta Antonello Figus - se non saranno sufficienti tutte queste iniziative siamo pronti a scendere in piazza, a organizzare qualunque tipo di mobilitazione. Io sarò in testa, insieme a tutta la popolazione, per bloccare qualunque tentativo di distruggere il nostro territorio».
MOBILITAZIONE I cittadini sono d'accordo: l'impegno sul fronte della battaglia lo esprimono con un applauso che incoraggia il sindaco a portare avanti con forza l'impegno contro il parco eolico.
Al Consiglio straordinario convocato ieri sera c'era davvero mezzo paese: anziani, famiglie intere, ragazzi e persino molti bambini. Tutti d'accordo, tutti pronti a scendere in campo contro l'idea della Raddusa Energy. Il progetto prevede l'installazione di venti tralicci nella zona sud del Golfo di Oristano: a 500 metri dalla riva e non molto distante da Capo San Marco. Al centro del golfo, comunque, potrebbe spuntare anche un altro impianto: di fronte a Torregrande, come sta progettando una società che ha già preso contatti con la Provincia ma che non ha ancora presentato una richiesta formale.
IL SINDACO «Immaginate che panorama sarebbero costretti ad ammirare i turisti che ogni anno vengono in Sardegna per visitare le rovine di Tharros - attacca ancora il sindaco Antonello Figus - non consentiremo a nessuno di realizzare uno scempio di questo tipo: né a società con pochi soldi, né a imprese molto ricche». D'accordo, anche se con qualche polemica, l'intero Consiglio. «La cosa più grave è che questo impianto è stato progettato da alcuni ingegneri dell'Università di Cagliari - denuncia l'assessore comunale all'Ambiente Alessandra Spanu - siamo molto preoccupati, vista l'esperienza di Termoli dove la popolazione e le istituzioni locali si sono espresse contrariamente e il ministero dell'Ambiente ha firmato la concessione demaniale».
GLI INTERVENTI Uno dopo l'altro intervengono i consiglieri comunali e regionali, poi i sindaci dei paesi vicini, i rappresentanti del comitato antiparco di Is Arenas. «Non vogliamo che nel nostro territorio nascano altri impianti che dopo poco tempo vengono abbandonati - attacca il consigliere di opposizione, Stefano Figus - Abbiamo già avuto la triste esperienza della zona industriale: un cimitero di stabilimenti vuoti, che non sono mai entrati in produzione". Il consigliere Salvatore Melis si scontra un po' col sindaco, ma poi sottolinea a gran voce: «Non siamo d'accordo a questo progetto. Eolico non significa solo energia pulita, in questo caso rischia di essere un danno per l'ambiente e il paesaggio».
Nicola Pinna